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Montegranaro accoglie Mentenomade: quando il viaggio diventa rinascita.

Di Lucia Gratani.


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Un pubblico partecipe e attento ha accolto la scorsa settimana nel suggestivo Anfiteatro di Largo Conti a Montegranaro, Edoardo Massimo Del Mastro, noto ai più come Mentenomade, in un incontro che è stato molto più di una semplice presentazione: è stato un racconto di vita, di rinascita, di scoperta personale attraverso il viaggio.

L’evento, organizzato dalla nostra social radio è stato moderato da Giuseppe Iadonato, che ha guidato il dialogo dando spazio alle esperienze e ai racconti intensi dell’ospite. In apertura, sono intervenuti anche le istituzioni locali: il sindaco Endrio Ubaldi ha espresso la sua soddisfazione per la riuscita dell’evento, sottolineando come Montegranaro sia «una città che offre molti eventi per la comunità» e ribadendo che «le porte saranno sempre aperte a iniziative come questa». L’assessore Gastone Gismondi, da parte sua, ha evidenziato con entusiasmo la presenza di numerosi giovani tra il pubblico come segnale bellissimo di partecipazione attiva delle nuove generazioni. Infine, la presidentessa del VeregraLab Marta Morresi ha rivolto un ringraziamento sentito a tutti i presenti, agli organizzatori e a Mentenomade.



Edoardo, originario di Frascati, classe ‘86, che si è definito un “bambino estremamente timido”, ha ripercorso con il pubblico le tappe del suo cambiamento, da ragazzo introverso a viaggiatore instancabile, travel blogger, autore, video maker fino a diventare founder di un importante tour operator. «La parte estroversa di me è uscita quasi “anche troppo” – ha raccontato con un sorriso – grazie ad alcune esperienze forti della mia vita.» Tra i primi a raccontare i suoi viaggi sul proprio profilo Facebook in forma di diario, poi ha aperto una pagina personale per condividere ci che per lui era molto più di un itinerario: un percorso interiore. Da lì, l’inizio della sua carriera come creatore e narratore di esperienze di viaggio autentiche. Il primissimo viaggio lo ha finanziato con i soldi -necessari per pagarsi la benzina ricevuti per il compleanno dagli amici, spinto dal sogno di raggiungere in Baviera il castello che ha ispirato la Disney. Durante la chiacchierata, Del Mastro ha toccato anche momenti delicati, come il periodo buio che ha seguito la separazione dalla sua compagna, madre di suo figlio, e il suo cammino a piedi attraverso l’Irlanda, da Dublino alle Scogliere di Moher, che ha segnato una vera svolta: «Lì ho capito che stavo per toccare il fondo e avevo bisogno di aiuto. Parlare di questo oggi mi permette di esorcizzare quel dolore. Strada facendo è arrivata la luce fuori dal tunnel, bisogna solo avere tanta forza fisica e mentale per focalizzare quella luce.» A partire dai suoi taccuini di viaggio riempiti ovunque andasse, è nato il primo libro pubblicato su Amazon e poi arrivato alla grande editoria con Salani: Mentenomade. Un testo che ha sorpreso e commosso anche la madre, prima lettrice inconsapevole del progetto. Il secondo libro, scritto durante la pandemia, ha un taglio più motivazionale e consapevole: «Il primo racconta la parte più buia e la rinascita, il secondo la scelta di vivere a pieno e la volontà di motivare gli altri a fare lo stesso». Mentenomade ha raccontato il suo bisogno costante di silenzio durante il viaggio per ascoltare meglio il proprio corpo, il trekking come cura dell’anima, e il suo desiderio di ascoltare storie vere, autentiche. Dall’amata Islanda – dove è tornato ben 27 volte – fino all’Alaska, i suoi viaggi non sono mai stati fine a se stessi. L’esperienza del “Magic Bus”, dopo aver guadato con coraggio e difficoltà il fiume, e l’emozione condivisa alla fine con il gruppo di viaggiatori portati con sè, hanno rappresentato uno dei momenti più forti della sua carriera da accompagnatore. Durante l’incontro ha anche raccontato la nascita di un suo tour operator (ancora oggi sul mercato ma lui non più socio) una realtà fondata sull’idea di viaggi di gruppo autentici e non convenzionali: «Volevo mettere nero su bianco le mie idee al 100%. Oggi i viaggi di gruppo sono esplosi perché le persone vogliono condividere la propria felicità con gli altri.» Ma più di ogni cosa, Edoardo ha ricordato il momento in cui ha scelto di lasciare una carriera aziendale di successo per dedicare tempo a suo figlio e alla sua famiglia: «Less is more. Ho capito che quei 200 giorni all’anno in giro per il mondo stavano diventando un peso, perché mi portavano via dal tempo più importante, quello per i miei affetti.» Ovviamente, sono in cantiere altri progetti, più ridimensionati e perfettamente rispondenti alla terza fase di “vita” di quell’Edoardo di oggi che si è aperta. L’incontro si è concluso tra applausi sinceri.

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Un momento di connessione profonda con il pubblico, che ha trovato nelle parole di Mentenomade non solo ispirazione, ma anche un invito a rallentare e ascoltare sé stessi.

 
 
 

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