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Due chiacchiere con Stefano La Torre: "Giro il mondo in bicicletta, tra panzerotti e volontariato"

Stefano La Torre, 28 anni, travelcreator ed instancabile cicloviaggiatore. Originario di Foggia, cresciuto in pizzeria facendo pizze e panzerotti ha già percorso migliaia di chilometri in bicicletta attraverso Africa e Asia, toccando oltre trenta Paesi. Nei suoi viaggi, ha unito l’avventura all’impegno sociale, raccogliendo fondi e sostenendo importanti progetti per comunità locali. La sua storia è un intreccio di curiosità, resilienza e passione per la scoperta.



1) Ciao Stefano, cosa ti ha spinto a fare questa esperienza in bicicletta? "Ciao a tutti, per capirlo meglio facciamo un passo indietro. Sono nato a Foggia, tra il profumo della farina e le mani di mio padre che impastavano. Sono cresciuto in pizzeria facendo pizze e panzerotti e nel tempo libero amavo stare con gli amici e giocare a calcetto. Dopo il diploma mi trasferisco a Londra con l'idea di esportare il nostro cavallo di battaglia, proprio il panzerotto e cosi inizio a viaggiare facendo il pizzaiolo.

Dopo un paio di esperienze di lavoro sia a Londra che in giro per l'Europa, mentre mi trovavo in Australia subisco un grave incidente e decido allora di tornare in Italia per ovvie ragioni, cosi intraprendo il percorso di studi universitari di Scienze Gastronomiche.

Nel mentre, però, la mia voglia voglia di viaggiare era sempre tanta e tra un cammino di Santiago e un viaggio in autostop mi venne in mente l'idea di viaggiare con un mezzo a me nuovo: la bicicletta.

Cosi nel settembre 2022, cominciai il mio primo viaggio in bici: Foggia - Istanbul.

E proprio in quella occasione capii subito che quello era proprio il mio mezzo.

Cosi, pochi mesi dopo, intraprendo l'avventura che mi ha portato dal Sudafrica sino al Giappone. Cosa mi ha spinto? Se dovessi scegliere un termine scelgo: CURIOSITA'; La curiostià di vedere e conoscere più culture possibili"


2) Perché hai scelto come punto di partenza il Sudafrica? E perché proprio in bicicletta? "L'idea era quella di fare il giro del mondo tracciando una linea continua via terra.

Purtroppo, una serie di guerre, mi hanno portato a ripensare il percorso.

Questo per dire che, per quanto sia fondamentale la preparazione e l'organizzazione di un viaggio del genere, è altrettanto fondamentale essere pronti ad adattarsi ad ogni tipo di situazione per superare eventuali ostacoli che possono presentarsi lungo il tragitto.  Il Sudafrica perché mi ha sempre affascinato come nazione, poi era un'ottima sfida con la quale cominciare . Anche la sua posizione geografica mi consentiva per l'appunto di partire dal punto più a sud-ovest del Continente ad uno dei piu nord-est dell'Asia. In bici semplicemente perchè volevo provare un nuovo mezzo!


3) C'è voluto molto tempo per programmarlo? Hai programmato ogni singolo spostamento o ti sei anche lasciato guidare dal tuo istinto? "Inizialmente programmavo ogni singolo chilometro, cercando di seguire solo il tragitto prefissato, poi mi son lasciato trasportare "dal vento" e deviavo in base alle esigenze personali e alle circostanze esterne, che possono cambiare da un momento all'altro ed è per questo che bisogna sempre essere pronti ad adattarsi"


4) In che modo ti sei preparato per affrontare questo viaggio?

"La preparazione più importante è stata quella mentale. Sicuramente. Personalmente sono sempre stato un ragazzo sportivo; Nel pratico: quando ero a casa ho iniziato ad "allenarmi", se cosi si può definire, prima con tragitti brevi, in città, poi in provincia ed infine con distanze sempre più lunghe nella mia amata Puglia"




5) Ci sono stati momenti durante il viaggio, in cui hai pensato di mollare? Se si, cosa ti ha spinto poi ad andare avanti? "Si, non tanto quando ero in Africa, bensi quando ero in Cina. Nonostante la curiosità del popolo cinese, mi sono sentito spesso solo, demotivato e stanco. E il cielo, poi, era quasi sempre grigio e questo non mi aiutava di certo. Pensavo davvero di fermarmi, ma erano solo pensieri passeggeri. Ricevevo tanti messaggi di incoraggiamento tramite i social e sia la curiostà che la fame di scoperta hanno contribuito a dare gas per non fermarmi e...continuare!"

6) Cosa ti ha lasciato questa esperienza?

"Pedalando on the road ho capito tante cose. Questo viaggio mi ha lasciato una serenità interiore unica e mi ha fatto capire meglio cosa volevo da questa vita. Qual'è la mia mission!"


7) Nei tuoi post di instagram pubblicati durante il viaggio, hai spesso parlato di felicità. La domanda ci sorge spontanea: per te,che cos’è la felicità?

"La felicità per me è quel tipo di emozione di come quando ci si sente al settimo cielo, non so se mi sono spiegato bene! Ma sarebbe un'utopia vivere, inseguendo la felicità!

La vita mi ha insegnato che è importante vivere nella serenità e custodirla;

La felicità è un attimo invece la serenità uno stato d'animo.

Ogni viaggio ci lascia insegnamenti, ricordi ed energia e alla fine scopriamo che la vera meta da raggiungere si trova sempre dentro di noi"



Grazie Stefano per il tempo dedicatoci, seguiremo tramite i tuoi canali social @Myfriend i prossimi progetti futuri in sella alla tua biciletta!







 
 
 

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